I figli degli altri sono sempre i piu' bulli
2015-11-08 14:45:01
Le strade rivoluzionarie passano attraverso l’educazione e le buone pratiche, già tra i banchi di scuola.
Prepotenza, intenzionalità, asimmetria di potere: sono questi i tre elementi del bullismo. Un fenomeno complesso che acquista sempre nuove sfaccettature. “In questi 20 anni ho potuto osservare le vari mutazioni di questo fenomeno” ha riferito Annunziata Brandoni, dirigente scolastica da sempre impegnata nel realizzare una scuola di qualità che ponga al centro il bambino. Pedagogista volontaria ed autrice di diversi libri, ha osservato come cambino le motivazione e gli attori, ma il comun denominatore resti sempre la solitudine. “I ragazzi non nascono vandali, non nascono teppisti, non nascono bulli”, continua la Brandoni, c’è da interrogarsi, dunque sulla qualità dei nostri modelli educativi.
“Esiste un disimpegno alla funzione educativa” secondo Francesco Aprile, Formatore e Counselor, già a partire dalla famiglia che, in questa “schizofrenia della funzione educativa”, delega alla scuola con conseguenze spesso gravissime sulla capacità di un minore di comprendere il significato delle proprie azioni.
Con il cyberbullismo si attenua ancora di più la percezione del male nei confronti della vittima, ha sottolineato Rossella D’Onofrio, presidente dell’associazione “Soccorso Legale” e ideatrice del progetto “AlterEgoDelWeb tra i banchi di scuola”, e nel nostro ordinamento non c’è una normativa che regolamenti o definisca giuridicamente il bullismo o il cyberbullismo.
Vero è che poche sono le denunce, ha riportato Rosanna Cosmai, consulente legale dell’ufficio famiglia di Lecce; si opera sotto il profilo psicologico e raramente si agisce per vie legali perché manca il senso della tutela. È in cantiere però un disegno di legge sul cyberbullismo che cercherà di tutelare in maniera specifica le vittime richiamandosi ai reati di stalking e mobbing.
In tema di cyberbullismo e della suggestione che ha instillato negli ultimi anni, Ornella Castellano, capofila regionale de “Il Veliero Parlante”, ha sottolineato che “la funzione educativa non è lesa dalle macchine”. L’educazione, dunque, sta alla famiglia e l’istruzione sta alla scuola e non si può imparare nulla se non sussiste un preventivo, indispensabile, benessere mentale. Un fenomeno complesso e multifattoriale quello del bullismo a cui ora la legge cerca di porre rimedio con una normativa che sta cambiando.
Resta un fatto assodato che la storia traccia molte strade straordinarie ma dimostra ogni giorno che non ci sarà mai nulla di rivoluzionario nella sopraffazione e la violenza.
A cura di Federica Nastasia